Come nel caso dei tarocchi, il senso comune confonde l’utilità del pendolo come se esso contenesse un messaggio, quando in realtà non fa altro che amplificare la percezione intuitiva dell’operatore che lo usa.

Nella maggior parte dei casi, le percezioni intuitive che riceviamo rimangono “sotto i radar”, fuori dalla nostra consapevolezza. Pur sapendo, quindi, non sappiamo di sapere.

Ecco che, per questa ragione, strumenti come il pendolino ci aiutano a rispondere a comando a una questione specifica, amplificando visibilmente il contenuto dell’inconscio.

Il corpo, infatti, attraverso i movimenti involontari e gli scarichi tensionali manifesta ciò che sentiamo in profondità (limitando molto l’interferenza mentale), ragion per cui se rimaniamo in silenzio e permettiamo ai movimenti quasi impercettibili del corpo di parlare attraverso il pendolino, scopriamo cosa sappiamo davvero.

Il pendolino può essere uno strumento interessante da sperimentare, ma dobbiamo anche ricordare che i nostri pensieri e pregiudizi possono influenzarlo.

Per questo, come in molti altri casi, dedicare le nostre facoltà intuitive a persone che non conosciamo per nulla o con le quali non abbiamo un coinvolgimento emotivo rappresenta un grande vantaggio: saremo ancor più neutrali nell’effettuare la loro lettura attraverso tutti gli strumenti a disposizione.